Si tende a considerare la somministrazione di farmaci a terzi, senza che vi sia necessità terapeutica, come lesione personale. L’omalizumab è un anticorpo monoclonale murino umanizzato ricombinante che si lega alle IgE libere, impedendo che si leghino ai recettori presenti sui mastociti e sui basofili1. I complessi IgE-omalizumab così formati vengono rimossi per fagocitosi e le concentrazioni sieriche di IgE libere si riducono del 95-99% entro pochi giorni dalla somministrazione1. Nell’arco di alcune settimane, l’omalizumab diminuisce, inoltre, il numero di cellule della sottomucosa bronchiale che legano le IgE1 e la densità dei recettori per le IgE sulla superficie dei basofili2, dei mastociti e delle cellule dendritiche cutanee che presentano l’antigene3. L’omalizumab riduce anche la concentrazione degli eosinofili nell’escreato (la cui presenza si correla strettamente alla gravità dell’asma e al rischio di esacerbazioni)2. Questo processo dura in media 7 giorni, ma il picco di produzione eritrocitaria viene raggiunto al quinto giorno.
È stato inoltre provato che alcune sostanze ergogene o ergofisiologiche integrative della nutrizione, al pari dell’ossigenazione, i massaggi, i trattamenti idrici e quelli fisioterapici, possono essere considerati del tutto innocui e anzi svolgono un’azione benefica, purché basati su precisa indicazione medica. Bisognerebbe quindi distinguere dal doping vero e proprio un ‘doping onesto’ effettuato sotto controllo medico. Allo stesso riguardo la definizione più rilevante è quella della Convenzione europea contro il doping nello sport firmata nel 1989 dall’Italia assieme ad altri 15 Stati che definisce doping “la somministrazione agli sportivi o l’uso da parte di questi di classi di farmaci dopanti o di metodi di doping”. Il termine doping appare per la prima volta in un dizionario inglese nel 1889 in riferimento a una mistura di oppio e narcotici usata per i cavalli. Già i romani nelle corse con i cocchi somministravano ai cavalli una sostanza chiamata idromele, composta di miele e acqua, che si supponeva aumentasse la vigoria. Antichi allevatori, quali gli sciti nella Russia meridionale, davano stimolanti ai loro cavalli prima di andare in battaglia, per renderli più aggressivi e focosi.
- Bisognerebbe assegnare al latte, in virtù delle sue peculiari proprietà nutritive, un posto centrale nella razione alimentare degli atleti, specialmente se si tratta di giovani sportivi il cui accrescimento non è terminato e i cui bisogni nutritivi e di calcio sono quindi maggiori.
- Tuttavia questi farmaci possono essere gravati da diversi e potenzialmente gravi effetti collaterali che necessitano una sorveglianza attenta da parte del paziente e del medico.
- Nei climi caldi e negli individui con attività fisica intensa può essere necessario aumentare la dose, in associazione a un’adeguata assunzione di sale per antagonizzare le perdite col sudore.
- Inoltre è euforizzante, per cui il miglioramento delle prestazioni è solo una sensazione e non un effettivo potenziamento.
- L’uso di queste sostanze, considerate naturali o ‘simil-naturali’ e quindi ritenute potenzialmente prive di effetti tossici, ha cominciato a espandersi attorno il 1960.
- Infatti, essendo il sudore ipotonico rispetto ai liquidi corporei, la perdita di sale è piuttosto scarsa.
La diminuzione del contenuto in collageno è dovuta da un lato alla depressione dell’attività metabolica dei fibroblasti, e dall’altro all’aumentato catabolismo del collageno già formato. La riduzione dell’attività metabolica cellulare si traduce in una riduzione della produzione sia del collageno , sia dei mucopolisaccaridi. Questi ultimi svolgono un ruolo essenziale nella formazione e nella stabilizzazione dei legami tra le fibrille collagene.
Italiano translation: Farmaci risparmiatori di steroidi
Le amfetamine con i loro derivati , sintetizzate intorno all’anno 1930, hanno avuto il loro momento di gloria durante la Seconda guerra mondiale quando, in particolare, gli aviatori le utilizzavano per resistere più giorni senza riposare. Quando si ricorre ad altri metodi che non sono più naturali per ottenere la neutralizzazione della fatica e dei fenomeni fisici e psichici concomitanti, si entra nell’ambito del doping. Secondo la scheda tecnica, per mancanza di dati, l’omalizumab non dovrebbe essere utilizzato in gravidanza e le donne che allattano dovrebbero sospendere l’allattamento. Il prof. Carlo Salvarani ha inoltre fatto parte di un gruppo di esperti internazionali che ha recentemente definito le nuove raccomandazioni per la terapia della malattia di Behcet. Tale raccomandazioni sono state pubblicate sul numero di aprile 2018 degli Annals of Rheumatic Diseases.
Omalizumab
La terapia del LES si avvale dell’uso combinato di cortisone e farmaci cosiddetti di fondo o risparmiatori di steroidi, alcuni dei quali di recente introduzione. Oggi sappiamo che il cortisone deve essere utilizzato alla dose più bassa possibile in modo da ridurre i suoi effetti collaterali. Al di fuori dei momenti di grave acuzie, il cortisone deve essere somministrato in unica dose giornaliera dopo colazione e appena possibile debbono essere introdotti steroidi dei giorni di pausa settimanale fino ad arrivare alla terapia a giorni alterni. Per quanto riguarda gli altri farmaci, gli antimalarici sono quelli utilizzati da più tempo e vengono riservati a casi non gravi di LES soprattutto per controllare manifestazioni cutanee, articolari o sierositi. Per le forme più severe di malattia con coinvolgimento renale o del sistema nervoso centrale, il farmaco più prezioso è indubbiamente la ciclofosfamide.
Arterite a cellule giganti, confermata efficacia di un’alternativa agli steroidi
La mancanza di effetti sul sistema circolatorio è la ragione per la quale la pretcamide è talvolta impiegata in associazione con amine simpaticomimetiche. Viene usata per via orale (0,05-0,10 g più volte al giorno) o per via parenterale (0,2-0,4 g al giorno). Bisogna tener presente che il farmaco già a queste dosi può determinare vari effetti collaterali fra cui vertigini, scosse muscolari, reazioni vasomotorie. Sulla base delle varie definizioni riportate, si può dedurre che il problema del doping presenta tre aspetti principali.
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